9. Il Ginnasio Comunale di Padova (1816-1817)

E così il Collegio proseguì la sua attività a Santa Giustina, sino al 4 giugno 1816, quando si svolse, mai come allora a livelli così alti, nella Sala delle Accademie la consueta cerimonia solenne di primavera, con la Prolusione del Rettore dell’Università Franceschinis in qualità di vero Prefetto degli Studi del Collegio sul tema delle Lingue, alla presenza dei Professori e degli Studenti dell’Università, del Vescovo Francesco Scipione Dondi dall’Orologio, persino del Regio Delegato Provinciale Andrea Tornieri e addirittura dello stesso Governatore Generale Veneto, Peter von Goëss. 

All’orizzonte però si stagliava ormai la premessa del trasferimento del Collegio a Santo Stefano. Infatti il 15 giugno 1816 il Governo Veneto comunicò e pose in esecuzione il Sovrano Rescritto del 2 settembre 1815 sull’organizzazione giudiziaria dei tribunali di prima istanza nelle Provincie Venete. Esso stabiliva che anche a Padova sarebbe stato eretto un I.R. Tribunale Civile e Criminale di prima istanza con giurisdizione anche in materia commerciale, che sareb-be entrato in attività il 1° luglio 1816, al posto dell’esistente Corte di Giustizia. Anche questo mutamento favoriva il previsto cambio di sede giudiziaria.

 Ciononostante il Collegio poté continuare a Santa Giustina la sua attività, sino agli esami finali del 12 e del 13 agosto 1816, alla presenza dell’Ispettore della Pubblica Istruzione Francesco Pimbiolo degli Engelfreddi. E finalmente esso celebrò, nella Sala delle Accademie il 15 agosto 1816, la più importante cerimonia annuale ossia quella della distribuzione dei premi, alla presenza del Regio Delegato Provinciale Tornieri, del suo Vice, Karl Roner von Ehrenwerth, del-l’Ispettore Pimbiolo degli Engelfreddi e del nuovo Podestà Antonio Venturini, aperta dal suono della Banda Militare austriaca “posta sull’Orchestra”. Visentini, Viceprefetto degli Studi, tenne quindi un discorso “sulla Letteratura”. E poi gli allievi delle quattro classi cioè anni di corso del Ginnasio risposero alle domande dei propri Maestri, concludendo con i saggi in lingua tedesca e in lingua francese. Poi furono proclamati i nomi degli allievi premiati, ai quali fu-rono consegnate altrettante medaglie d’argento da parte del Regio Delegato Provinciale Tornieri, con un suo discorso conclusivo.

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Figura 39. L’Arciduca d’Austria Ranieri d’Asburgo Vicer  Lombardo-Veneto dal 1818 al 1848.

Questa premiazione segnava anzi la promozione di rango del Ginnasio e perciò del Collegio; infatti sino ad allora solo il Podestà aveva consegnato i premi, ora lo faceva invece lo stesso Regio Delegato Provinciale (corrispondente al precedente e all’attuale Prefetto); perché il “diploma” finale del Ginnasio era ormai la diretta via d’accesso all’esame di ammissione all’Università. Fra gli allievi che avevano terminato proprio allora il loro corso di studi al Ginnasio ed erano anzi stati premiati figurava anche un ragazzino, che sarebbe stato il protagonista assoluto del Risorgimento in Veneto e anzi determinante per raggiungere il risultato ultimo di esso ossia l’Unità d’Italia. Prima ancora di avere il tempo di lasciare Santa Giustina, però, dovette esser presente all’evento che pochi giorni dopo ebbe luogo tra quelle mura ossia la visita, il 20 agosto 1816, di un altro fratello di Francesco I ossia dell’Arciduca d’Austria Ranieri d’Asburgo (vedi immagine), che, accompagnato dal Regio Delegato Provinciale Tornieri, dal Podestà Venturini e dal Reggente dell’Università Franceschinis, visitò con cura non solo la Basilica, ma anche l’ex-Monaste-ro e perciò tutti i locali del Collegio, compreso il Refettorio, dove erano riuniti a pranzo i Collegiali. Nessuno poteva immaginare che Ranieri d’Asburgo avrebbe trovato proprio in uno di quei Collegiali, 32 anni dopo, il più indomito e irriducibile nemico dell’Austria in tutta Europa. 

Nel frattempo, si ebbe, nell’estate del 1816, la prima mossa del processo a catena escogitato da Francesco I: entro il settembre 1816, infatti, l’I.R. Comando Generale negli Stati Veneti si trasferì da San Gaetano a San Benedetto. Anzi, alla fine dell’ottobre 1816, un decreto del Go-verno Veneto ordinò all’ingegner Boni di consegnare al Comando Generale di Lattermann tutti i suoi elaborati predisposti sino ad allora sul progetto di trasformazione di Santa Giustina. In realtà Lattermann aveva un’altra idea su come utilizzare Santa Giustina: destinare solo il pri-mo piano di essa a un impiego militare, insediandovi il Battaglione degli Invalidi dell’ex-Eser-cito Italiano, di stanza a Pizzighettone sino al 1814, conservato poi dall’autorità austriaca e trasferito sino ad allora nella Casa degli Invalidi a Pettau in Stiria. E infatti il 5 novembre 1816, “de Commissari militari”, secondo Fiandrini, visitarono i locali di Santa Giustina ingiungendo l’esecuzione dell’ordine a Macconcini, che però si dichiarò disposto a cedere solo il secondo piano. In realtà non se ne fece nulla. Ma il nuovo anno scolastico cominciava comunque male: il 12 novembre 1816, secondo Fiandrini, “si sono ricominciate le scuole per l’anno nuovo sco-lastico, ed i Collegiali tutti oggi sono in numero di 45.” Tuttavia l’Ingener Boni fu nel frattempo in grado di presentare, alla fine del novembre 1816, un progetto riguardante San Gaetano. E poi inviò al Governo Veneto, il 25 gennaio 1817, una lettera in cui lo informava di aver già ef-fettuato pressoché l’intero rilievo di Santa Giustina, nonché di star effettuando i rilievi anche per Santo Stefano. Ma soprattutto, proprio in quell’anno scolastico, Francesco I avviò una compiuta riforma dell’intera Pubblica Istruzione del Regno Lombardo-Veneto. 

Già il 7 dicembre 1816 Francesco I aveva firmato infatti la Sovrana Risoluzione sull’organizza-zione delle due Università del Regno Lombardo-Veneto, di Pavia e di Padova, che fu “intimata” da Vienna a Milano e a Venezia il 20 gennaio 1817. Essa confermava l’esistenza di tre facoltà: legale, medica e filosofica; e prevedeva l’effettiva apertura di quella teologica solo per l’Uni-versità di Padova. Lo “studio filosofico” doveva essere regolato come nell’Impero d’Austria. L’anno accademico doveva inizare il 15 ottobre e finire il 15 agosto. Le nuove norme doveva-no avere attuazione sin dall’anno 1817-1818. La Pubblica Istruzione doveva essere di compe-tenza non più del Regno, bensì del singolo Governo, o Lombardo a Milano, o Veneto a Venezia. Il Governo Veneto pubblicò a Venezia questa Risoluzione il 23 febbraio 1817, disponendo nel-le sue istruzioni applicative anche che lo studente dovesse “avere compito l’intiero studio gin-nasiale” prima di essere accettato nella “filosofia” e poi “il corso filosofico di tre anni”, per essere ammesso agli studi più alti. Prima ancora, il 17 settembre 1816, Francesco I aveva emesso una Sovrana Risoluzione “sulla sistemazione dei Ginnasj”, che però fu comunicata a Venezia solo il 20 gennaio 1817 e infine lì pubblicata solo il 9 marzo 1817. Essa stabiliva:

1) La “Costituzione dottrinale e disciplinare de’ Ginnasj” sarebbe stata la stessa in vigore nel-l’Impero d’Austria. E doveva essere prima tradotta dal tedesco in italiano e inviata alle singole Regie Delegazioni Provinciali.

2) Gli “Oggetti d’istruzione ginnasiale” dovevano comprendere pure la calligrafia, il disegno e la lingua tedesca.

3) Per quanto riguarda le sedi dei Ginnasi si precisava: “Generalmente poi dove si trova un’università od un liceo, colà deve pur esistere un Ginnasio”. Come a Padova. 

4) Al problema di “Chi debba sostenere le spese del Ginnasio” si rispondeva che un Ginnasio già esistente e ritenuto necessario dal Governo doveva essere sostenuto, nelle sue spese, dal “tesoro pubblico” cioè essere statale. Come il Ginnasio Comunale di Padova. A maggior ra-gione “quando il Ginnasio è collocato in una gran fabbrica di ragione pubblica” cioè statale, co-me Santa Giustina, ma anche Santo Stefano. Anzi, “devono cessare i contributi delle comuni pel mantenimento di questi Ginnasj.” E quando le spese per questi Ginnasi fossero entrati nel bilancio dello Stato, “dovranno cadere a peso di tutte le Provincie del circondario del Gover-no”, in questo caso Veneto. Si lasciavano nelle città vescovili, come Padova, al Vescovo delle sovvenzioni “nel suo studio ginnasiale”, a patto che “lo apra pure per pubblico general vantag-gio”. Come nell’attuale Collegio Vescovile “Gregorio Barbarigo” di Padova.

 5) Nell’”Assegnamento dei maestri ginnasiali” si manteneva per gli insegnanti il termine ap-punto di Maestri, uno dei quali doveva essere pure il Prefetto del Ginnasio e un altro il Mae-stro di Religione.

6) Per il “Collocamento de’ maestri” si prevedeva in genere il mezzo del concorso, ma non per i Maestri “che attualmente sono impiegati ne’ Ginnasj comunali, e che devono essere elevati al rango di Ginnasj regi”, i quali “devono, se vogliono e possono ulteriormente servire, essere im-piegati ne’ Ginnasj regi a preferenza di tutti gli altri”, cioè “senza esame di concorso”. E in tal caso essi sarebbero però divenuti, in quanto insegnanti di “Ginnasi sovani”, docenti cioè Pro-fessori.

7) Per quanto riguarda la “Direzione dei Ginnasj”, si sarebbe creata per ogni Governo un’appo-sita “Direzione dei Ginnasj”, che nel caso del Governo Veneto fu affidata al conte Giacomo Fi-liasi (1750-1829), con il compito ispettivo di visitare tutti i Ginnasi almeno una volta ogni tre anni. Il Direttore di tutti i Ginnasi esistenti in una singola Provincia era lo stesso Regio Delega-to Provinciale, che doveva proporre per ogni singolo Ginnasio uno specifico Vice-Direttore, che peraltro era tenuto solo a risiedere nella medesima città. Dentro ogni Ginnasio, invece, do-veva esserci il suo Prefetto. 

8) L’applicazione del “sistema ginnasiale austriaco” doveva essere comunque graduale, anzi effettuata per un singolo anno di corso ogni anno scolastico.

Pur di fronte a tante e a tali novità, tuttavia, nulla si mosse nel Regno Lombardo-Veneto e so-prattutto nel Governo Veneto. E anzi, anche per quanto riguarda il trasferimento del Collegio, Fiandrini registrò, alla data del 23 marzo 1817, che a Padova sembrava che l’intero progetto fosse sfumato, data l’enormità delle spese previste per l’eventuale trasformazione di Santa Giustina in Ospedale Militare. E così, come sempre, il Collegio di Santa Giustina continuò, come nulla fosse, le sue normali attività. Compreso, in esso, il Ginnasio Comunale di Padova.     

25
 Vedi P. VALGIMIGLI, L’ex Monastero …, cit., p. 56.
26
 Perciò in una successiva Sovrana Risoluzione, del 17 novembre 1816, Francesco I aveva poi stabili-to che a divenire Ginnasio statale a Padova fosse segnatamente il Ginnasio “ora comunale che è annes-so al convitto diretto dall’ab. Macconcini.” Vedi M. DAVI, I duecento anni del liceo Tito Livio, in “Padova e il suo territorio”, a. XXVII, fasc. 160, dicembre 2012, p. 27.